Dialoghi di Psicologia Analitica
Il progetto scientifico-culturale
a cura di Massimo GIANNONI
In questi ultimi venti anni nel mondo della psicoterapia sono intervenuti cambiamenti estremamente rilevanti: è cambiata la psicopatologia che lo psicoterapeuta è chiamato a curare, è cambiata la teoria della clinica, è cambiata la rete dei rapporti sociali all’interno della quale la terapia si svolge. Insomma, gli psicoterapeuti continuano a svolgere il loro lavoro clinico e teorico in un contesto estremamente diverso da quello degli inizi e anche di qualche tempo fa.
In ambito junghiano la teoria non ha subito mutamenti così evidenti, come è accaduto nel mondo freudiano, per motivi divergenti tra loro ma che si sono potenziati in modo sinergico. Infatti, se la teoria junghiana aveva una struttura più duttile, meno sistematica e più eterogenea nelle sue divergenti espressioni, d’altro canto la tradizione junghiana era fortemente vincolata alla figura carismatica del suo fondatore C.G. Jung, il quale ha continuato ad incarnare, con la propria psicologia vivente, il modello di ciò che è junghiano e di ciò che non lo è.
Comunque nel mondo junghiano c’è sempre stata una corrente di pensiero che, considerando la psicoanalisi come un interlocutore obbligato, ha cercato di svilupparsi e confrontarsi con i mutamenti che essa attraversava. L’autore che per primo ha inaugurato questa tradizione è stato M. Fordham. Oggi numerosi analisti junghiani proseguono su questa linea.
Anche il nostro gruppo concepisce la teoria e la pratica dell’analisi junghiana come necessariamente relata alla Psicoanalisi. Per questo motivo cerchiamo un dialogo con i più recenti studi della psicoanalisi statunitense che ha introdotto mutamenti radicali nella teoria e nella prassi psicoanalitica così da obbligare anche gli psicologi analisti, che vogliono mantenere un rapporto di scambio e confronto con la psicoanalisi (come agli inizi faceva lo stesso Jung), ad una riflessione intensa ed ugualmente radicale.
Ci è sembrato di poter indicare i temi di empatia, relazione e soggettività come i sentieri che ci condurranno nel nostro viaggio verso i testi psicoanalitici e la rilettura dell’opera di Jung.
Holzwege è una parola tedesca che non ha analogo in italiano e che indica i sentieri che i taglialegna creano quasi involontariamente nel loro lavoro.
Tali sentieri, pur girovagando erraticamente senza una precisa direzione, di fatto si addentrano nel bosco sempre di più come convergessero verso un centro immaginario.
Empatia, relazione e soggettività sono gli Holzwege attraverso i quali ci incamminiamo in un percorso di ricerca non aprioristicamente pianificato.
Nel nostro circumambulare ci sarà, però, un centro a cui tendere: sviluppare il dialogo con gli Autori psicoanalitici di quella area che brevemente indichiamo col nome di Psicoanalisi Relazionale e Psicologia del Sé.
Certamente non escludiamo altri possibili confronti con tutte quelle psicologie che possono incrementare la riflessione sui temi che ci siamo proposti.
E dunque anche la Infant research, la Psicoanalisi inglese “del gruppo di mezzo”, gli studi di Psicologia Cognitiva, potranno essere interlocutori privilegiati. Ovviamente una particolare attenzione verrà mantenuta su quegli Autori junghiani che possono essere considerati sintonici al nostro progetto di ricerca.
Per concludere sarà un nostro obbiettivo, oltre al piacere di ampliare la visione e la riflessione psicologica, anche quello di ricondurre la Psicologia Analitica nell’ambito di quelle che Mitchell ha chiamato “tradizioni psicoanalitiche”, riprendendo e vivificando il rapporto Psicoanalisi-Psicologia Analitica. Nello sviluppare questo progetto di studio e di ricerca, facciamo nostra la strategia culturale di S.A. Mitchell il quale ritiene sia possibile ricostituire attorno al tema relazionale, presentato addirittura come nuovo paradigma, una psicoanalisi molteplice nelle sue varie componenti teoriche, storicamente condizionate. Tra le varie Psicoanalisi, anche la Psicologia Analitica potrebbe, come le altre “tradizioni psicoanalitiche”, partecipare al dialogo, avendo così la possibilità di riconsiderare alcuni temi e partecipare delle riflessioni così vaste ed importanti che in Psicoanalisi stanno avvenendo.